LA FAMIGLIA REVERTERA IN LUCANIA

Illustre famiglia originaria di Spagna. Il Candida la dice
discendente da Amerio, signore del Castello di Reverterio, figlio di Buscardo,
e questi disceso dai marchesi del Luxembourg. Passata in Catalogna con Reverter
de Revertera, visconte di Barcellona, dei conti di Soccaglia, venne nel secolo
XVI a stabilirsi en Napoli, dove fu aggregata al Seggio di Capouana nel 1717; e
quindi ascribta al Patriziato napolitano. Godette nobiltà a Siena e in Sicilia.
Fu ricevuta per giustizia nel S.M.O. di Malta, nel 1619, con Girolamo e Filippo
(Arch. Ordine Malta 4671); nel 1750 in persona di Giacomo della Salandra (Arch.
Ordine malta 4690); nel 1766 con altro Giacomo (Gran Magistero Ordine Malta,
Roma, Alberi genealogici N. 337). Don Giovanni Alfonso fu vicepresidente della
Sardegna da Alfonso d'Aragona; Francesco consigliere di Stato nel Regno di
Napoli nel 1532. Decorata del titolo di duca di Salandra in Basilicata,
concesso a Francesco il 1° aprile 1613, e di conte di Tricarico nella stessa
provincia, concesso a Nicola Ippolito il 27 settembre 1745, ne ebbe ultima
intestazione nel cedolario di Basilicata.
LA SIGNORIA DI SALANDRA
In epoca normanna Salandra fu trasformata in baronia: ne
reggeva l'imperio il barone Guglielmo De Caro, vassallo del conte di
Montescaglioso. Successivamente gli Svevi ne ottennero il controllo con
Gilberto di Salandra. La signoria passò poi, sotto la dominazione angioina, a
Filippo della Lagonessa, ad Adimaro di Luco e a Ruggiero di Sangineto, per
giungere infine nel 1381 a Venceslao Sanseverino. Successivi signori di
Salandra furono Tiberio Caracciolo, Margheritone Loffredo e il duca Francesco Revertera,
che ne acquistò i possedimenti nel 1554. Questo duca si fece promotore nel 1573
della costruzione, su un preesistente sito religioso, del convento dei Padri
Osservanti Francescani, un attivissimo e prezioso centro di produzione e
diffusione di cultura. Dall'ambiente del convento, passato intanto ai Riformati
nel 1598, scaturisce, infatti, il genio di Padre Serafino, l'uomo più illustre
della storia della città: è autore di un dramma sacro precursore dell' opera di
Milton. Salandra passò sotto la protezione di san Rocco nel 1656 in occasione
di una pestilenza: fino ad allora il patrono dei salandresi era stato san
Castolo. Circa due secoli dopo, allo scoppiare di una nuova epidemia, san Rocco
fu designato unico patrono della città. ... Del Castello, costruito
probabilmente nel XII secolo, restano ruderi (poche mura e due arcate)».
Rievocazione Storica
dedicata al Casato dei Revertera a Salandra
L’evento infatti rappresenta la vita del ducato dei
Revertera nei giorni tra il 7 e il 16 luglio 1647, durante i Moti di
Masaniello, la leggendaria insurrezione popolare contro il governo spagnolo che
da oltre due secoli dominava sul Regno di Napoli e che opprimeva i cittadini
con gravose imposte.
Un breve periodo segnato dalla quasi totale assenza di
uomini nel ducato di Salandra accorsi in soccorso del viceré Rodrigo Ponce de
León y Álvarez de Toledo, posto a comando della città da Filippo IV di Spagna.
Per l’occasione il viceré manda a chiamare il fidato Francesco II Revertera,
duca di Salandra, che parte con le sue truppe offrendo supporto e spingendo
Rodrigo al compromesso con la popolazione, un accordo che ristabilisce l’ordine
ponendo fine all’insurrezione.
Mentre il duca e il suo seguito sono fuori per adempiere al
proprio dovere nei confronti della Corona Spagnola, la vita del ducato va
avanti sotto la gestione silenziosa e solerte della duchessa e delle donne di
tutti i ceti sociali. Un momento di spettacolo e di riflessione sulle
multiformi doti delle donne, spesso inespresse, che in questo racconto si
manifestano in particolar modo attraverso due figure femminili nate
dall’immaginazione: Artemisia Monforte Fragneto donna di cultura che dopo aver
rifiutato un matrimonio combinato si rifugia sotto l’ala protettrice della
duchessa, sua cara amica d’infanzia, e Dianora D’Evoli temeraria che ha sfidato
i tempi ribellandosi a un tentativo di violenza e da ottima combattente
organizza la guardia di protezione del ducato.
Al di là della leggenda, la storia del casato Revertera, di
origine spagnola, è legata con doppi nodi alla storia non solo di Salandra ma
anche del Mezzogiorno italiano.
Nel 1544 Francesco I Revertera acquistò per 12000 ducati il
feudo di Salandra e soli due anni dopo diede il via alla costruzione del
Convento dei Padri Francescani Riformati (oggi sede del Municipio) che, negli
anni a venire, poiché largamente dotato di mezzi e donazioni elargite da
Francesco e dai suoi successori, si distinse per prestigio sino a diventare una
delle Università di Teologia e Filosofia più fiorenti d’Italia. Qui studiò e
visse Padre Serafino della Salandra (1595 – 1656) personaggio di spicco della
letteratura del tempo e autore della tragedia sacra dal titolo “Adamo caduto”,
che diede impulso creativo a John Milton per la stesura di quello che ancora
oggi è considerato un capolavoro della letteratura mondiale: “Paradise lost”.
GARAGUSO SEDE DI
CACCIA
Anche a Garaguso è prevista, la seconda edizione della
sfilata d’epoca che narra la storia del duca dei Revertera. Nell’800 a
Garaguso, i Revertera erano una delle famiglie nobili più importanti del
territorio che avevano scelto Garaguso come sede di caccia. Abitavano in un
imponente palazzo situato nella parte più alta del paese, su di un costone di
roccia dolomitica, affianco la Chiesa San Nicola.
Durante il periodo di caccia, la famiglia Revertera
organizzava spesso grandi feste e banchetti in onore dei nobili della zona, e
tutto il popolo poteva partecipare.
In una di queste feste serali, la famiglia Revertera
celebrava la nascita del loro primo figlio. La notte era calda e la festa era
in pieno svolgimento, quando all’improvviso, il bambino scomparve. Tutti si
misero subito alla ricerca del piccolo, ma senza successo. Fu un vero e proprio
mistero, nessuno aveva ne visto né sentito niente. Da quel giorno in poi, si
dice che ogni volta che tira il vento nelle mura del palazzo Revertera, si
odono i lamenti dei genitori per il figlio perduto.
Il loro casato è presente a Salandra, Tricarico, Miglionico,
Garaguso, Calciano e Grassano, organizzatori della “Congiura dei Baroni” nel
Castello del Malconsiglio di Miglionico, protagonisti di una leggenda a
Garaguso, proprietari del feudo di Tricarico fino alla soppressione della
feudalità, ultima famiglia di feudatari presente nel territorio di Calciano, Grassano
invece, dalla prima metà del secolo XVIII fino ai primi decenni del XIX, fu
feudo del duca della Salandra, appartenente alla famiglia dei Revertera. Il
duca esercitava una specie di potere di tipo monarchico e amministrava la
giustizia nel suo palazzo di Grassano per mezzo del notaio Domenico Mattia.
Come tutti i feudatari, cercò, sfruttando il lavoro dei suoi servi e dei
contadini, di ricavare dalla terra tutto quanto gli serviva. Imponeva le tasse,
esigeva gli utili di ciò che gli apparteneva, non esclusi quelli del forno
pubblico. Il suo palazzo signorile fu costruito nel 1775. Sul portale in pietra
spicca lo stemma ducale, sul quale campeggiano due tori con le corna, simbolo
dell'uomo possente. Il duca vi dimorava maggiormente d'inverno, per le battute
di caccia ai cinghiali. Una torretta, ancora oggi visibile nella Vigna del
duca, serviva per avvistarli. Del feudo del duca della Salandra facevano pure
parte i comuni di Garaguso, Calciano, Tricarico e Miglionico. In quest'ultimo,
in seguito ai moti rivoluzionari scoppiati a Napoli ad opera di Masaniello, nel
luglio del 1647 la popolazione insorse contro il duca, che richiedeva la
riscossione delle tasse, e lo chiuse prigioniero in un convento. Il feudo fu
venduto nel 1544 da Margaritone Loffredo a Francesco Revertera per 12.000
ducati. Durante il periodo delle lotte tra repubblicani e sanfedisti, il duca della
Salandra, in qualità di tenente generale, ebbe come coadiutore il colonnello
Francesco Carbone che, al servizio dei Borboni, ricoprì un ruolo molto
importante nell'animare il cardinale Ruffo a reclutare giovani contro la
Repubblica partenopea. Molte angherie e soprusi del feudatario furono soppressi
sotto il breve regno di Gioacchino Murat.
Il Ministero degli Interni, infatti, suggerì all'Intendente
di Basilicata di far capire al Comune di Tricarico che i contadini non erano
niente affatto tenuti a pagare al duca una soma di paglia per ogni animale da
loro posseduto. Dei Revertera era anche il palazzo Loguercio, acquistato
successivamente dall'avv. Luigi Materi, padre dell'on. Francesco Paolo. Aboliti
i feudi con la sentenza del 18 gennaio 1810, il duca perdette tutti i beni. Ma,
ritornati i Borboni, li riebbe con l'annullamento della stessa sentenza da
parte della Corte d'Appello di Napoli. Il 19 ottobre 1836 furono messi all'asta
alcuni beni espropriati al duca Domenico pubblico per richiamare l'attenzione
sulla vendita di detti beni.
Il governo borbonico, vistosi minacciato nella sua sovranità
dal-lo strapotere dei feudatari, cercò di favorire le comunità. Una annosa
vertenza fu dibattuta dal 1819 al 1847 tra i duchi della Salandra e il Comune
di Calciano, che rivendicava il possesso delle sue terre, i cui confini erano
stati definiti dal Princi-pe di Bisignano fin dal 1475. Le terre rivendicate
erano le difese Serre e Vignali, ritenute demaniali e soggette agli usi civili
dei Calcianesi.
Il 7 aprile 1857 il Consiglio di Intendenza di Potenza
poneva fine alla vertenza, emettendo la sentenza con cui il duca della
Sa-landra cedeva i due fondi prima citati al Comune di Calciano, in cambio
della difesa Parata.
FotoGallery
Nessun commento:
Posta un commento