Il Viaggio di Monna Lisa del Giocondo
finisce in Lucania?
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LA TOMBA LUCANA DI
MONNA LISA
LEGGENDA O REALTA’?
Secondo una
leggenda Lagonegro sarebbe stata l' ultima dimora della modella di Leonardo. Nel
Paesino Lucano, sarebbe stata sepolta Lisa del Giocondo, la celebre Monna Lisa
dipinta da Leonardo da Vinci e sarebbe morta a Lagonegro nel 1506. Si raggiunge
poi la parte antica dell'abitato salendo la gradinata che nel 1603 sostituì il
vecchio ponte levatoio. Attraverso la Porta di ferro si arriva alla zona
panoramica dei ruderi del Castello. Qui sorge l'antica cattedrale, la medievale
San Nicola con opere lignee all'interno, la quale, secondo la leggenda,
ospiterebbe la tomba di Lisa del Giocondo, la famosa Monna Lisa di Leonardo da
Vinci. il Castello, accanto al quale è possibile visitare anche la bella Chiesa
di S. Nicola, del IX-X, riccamente adornata al suo interno da un meraviglioso
apparato decorativo composto di numerose opere tra le quali si ricordano una
Vergine con S. Giovanni e un Crocefisso di Altobello Persio, una tela con
Madonna e sante di Azzolino, e un magnifico altare maggiore risalente al ‘700.
Secondo la leggenda, proprio in questa chiesa sarebbe stata sepolta Lisa del
Giocondo, la celebre Monna Lisa dipinta da Leonardo da Vinci. A Lagonegro, in
Basilicata, nord di Maratea e ad ovest di Lauria, sta forse per essere svelato
il segreto della vita della Gioconda ritratta, la cinquecentesca dama
fiorentina dall’”enigmatico sorriso”, come dice il Vasari, Lisa Gherardini
alias Monna Lisa “mulier ingenua” del ricco mercante setaiolo fiorentino Francesco
del Giocondo (da cui l’appellativo leonardesco di Gioconda”). Figlia
dell’altrettanto facoltoso notaio Noldo Gherardini, era nata nel 1479 in via
Maggio di Firenze dove visse fino al 1501-1503, anni nei quali anche Leonardo
abitava in Santissima Annunziata (dove vi era la cappella di famiglia della
nobildonna e dove essa andava sovente a pregare ) per poi trasferirsi nei
possedimenti tra Greve e Castellina in Chianti. Pochi anni dopo, nel 1506,
mentre era di rientro verso Firenze da un viaggio di affari nel Sud Italia
assieme a Ser Francesco ebbe un gravissimo malore lungo la via Popilia che
congiungeva Calabria, Lucania e Campania, nei pressi di Lagonegro , così grave
che morì e qui venne sepolta. Le mai interrotte ricerche si stanno adesso
spostando dal cimitero del castello all’interno dell’antica chiesa di San
Nicola seguendo l’ipotesi che trattandosi di nobildonna era d’uso collocarne la
tomba in luogo sacro anziché santificato. Greve in Chianti per gli anni della
sua breve vita e Lagonegro per la sua immatura fine vedono confermato il legame
con la nobildonna fiorentina che ispirò il capolavoro di Leonardo da Vinci in
quel quadro,che il genio da Vinci si portò con sè in Francia dove il re
Francesco I lo volle acquisire nel 1518 tra le opere della Corona fino a
quando, secoli dopo, nel 1792 fu affidato al Louvre. Nel 1800 Napoleone lo
volle nella propria camera da letto alle Tuileries, nel 1911 fu
rocambolescamente trafugato dal Louvre ad opera di un muratore italiano che per
due anni tenne nascosta l’opera a Firenze. Dal 1940 al 1945, per impedire che
venisse trafugato dai nazisti, il quadro venne nascosto di anno in anno in
cinque castelli diversi. Diventato un’immagine universale, la Gioconda attrae
ogni giorno nella Salle des Etats al Louvre ben 20.000 visitatori ammaliati da
quel sorriso enigmatico, da questa figura che nel Novecento è diventata perfino
un’icona pubblicitaria e da quest’anno protagonista del romanzo esoterico che
la interpreta come un autoritratto al femminile dello stesso Leonardo in “drag
queen” suscitando polemiche fantasiose legato all’enigma sulle origini del
dipinto. “La Gioconda , risponde Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale
di Leonardo a Vinci, tra Montecatini Terme e Firenze, non è un’opera incompiuta
ma un’opera infinita nel senso di pittura infinita che Leonardo vuol dare alle
sue cose : è un ritratto dell’idea di pittura di Leonardo di quel suo andare
anche al di là del visibile”.
LA TOMBA DI MONNA LISA
A FIRENZE
O IN LUCANIA?
Un presunto
autoritratto di Leonardo da Vinci e' custodito a Vaglio di Basilicata
(Potenza). Un’antica leggenda del vicino borgo di Lagonegro secondo la quale
Lisa Gherardini, dell’omonima famiglia di Montagliari (Fi), alias Monna Lisa
(un diminutivo di "Madonna" che oggi avrebbe lo stesso significato di
"Signora"), moglie di Francesco del Giocondo (e quindi la
"Gioconda"), sarebbe morta proprio nel paesino lucano e ivi sarebbe
sepolta in una tomba rimasta segreta. Una storia in cui sembra di assistere ad
uno strano gioco di specchi e in cui è difficile stabilire da che parte stia la
verità, considerato anche che è dubbia – se non l’esistenza storica di Lisa, a
dire il vero alquanto documentata – la sua effettiva relazione col dipinto di
Leonardo, relazione citata dal Vasari ma messa in dubbio da molti studiosi che
considerano quel quadro nient’altro che un’immagine femminile idealizzata. Ma
vediamo di ripercorrere le notizie su Lisa - quelle note e quelle leggendarie -
cominciando da un ritrovamento avvenuto a Firenze nel 2007, che sembrerebbe
smentire la leggenda lucana. Da una notizia del gennaio 2007 si apprende che
sarebbe (il condizionale è d’obbligo) all'interno dell'ex convento di Sant'
Orsola, a Firenze, la sepoltura di Monna Lisa, la modella che Leonardo Da Vinci
ritrasse come La Gioconda. Il corpo di Lisa Gherardini, moglie del mercante
Francesco Del Giocondo, riposerebbe all'ombra di una vecchia tomba la cui
esistenza è stata ipotizzata grazie agli studi preliminari su antichi documenti
svolti dal professor Giuseppe Pallanti. Un risultato che se pare aggiungere un
piccolo tassello al grande mosaico della storia dell'arte, entrerebbe
inevitabilmente in conflitto con la leggenda nota ai cittadini di Lagonegro, in
Basilicata, secondo la quale Monna Lisa riposerebbe tra le montagne dell'Appennino
lucano, in un luogo segreto, di fronte al Tirreno che in quel tratto abbraccia
la Calabria e l'antica Lucania tracciandone il confine. La leggenda – ripresa
anche dallo scrittore russo Dmitrij Sergeevic Merezkowskij, autore nel 1901 del
romanzo "La resurrezione degli dei. Il romanzo di Leonardo da Vinci"
– vuole infatti che la sepoltura della modella leonardiana si trovi in Lucania.
Così recita il testo: "Monna Lisa mori per una infezione a Lagonegro. Il
marito, messer Francesco del Giocondo, l'aveva lasciata nella cittadina lucana
essendo dovuto andare in Calabria per affari. La morte sarebbe avvenuta nel
1506". Secondo la vulgata quindi la celebre donna fiorentina, che da
recenti indagini pare abitasse in Via Ghibellina di fronte alla casa di Leonardo,
si sarebbe spenta in Basilicata a seguito di una fatale malattia che le segnò
tragicamente il destino. Mentre il marito, Francesco, è in Calabria per affari,
la giovane Lisa avrebbe soggiornato a Lagonegro per qualche tempo affetta da
una strana malattia che la condusse alla morte in pochissimo tempo. Sia chiaro
che a Lagonegro tutto é dato per certo, e se per caso qualcuno si rifugia in un
generico "si dice", è destinato ad essere guardato male. Senza dubbio
il fatto è curioso: come giustamente fa rilevare qualcuno, la tradizione
popolare può anche essere considerata leggenda, ma é improbabile che la gente
del posto cinque secoli addietro si sia potuta inventare un fatto così
clamoroso che si é radicato nella storia stessa della comunità. Ma é possibile,
aggiunge qualcun altro, che una tradizione vecchia di secoli poggi sul niente?
Non è mancato chi negli anni si è posto domande, ha consultato registri
parrocchiali e documenti dell'epoca in biblioteche pubbliche e private, fra
Toscana e Lucania, e c’è chi riferisce di studiosi tedeschi che agli inizi
degli anni Cinquanta avrebbero effettuato sopralluoghi, vere e proprie campagne
di ricerca, nella chiesa romanica di San Nicola, del decimo secolo, e nel
cimitero sovrastante. Avrete insomma capito che a Lagonegro si è sviluppato un
mito di tutto rispetto, dando corpo a un fantasma che sembra dominare
poeticamente nell'immaginario lucano, tra le strade di Lagonegro e nelle
campagne dai paesaggi lunari, che da sempre affascinano studiosi e visitatori.
Intanto però, a Firenze, sono tutti convinti che sia la città sull’Arno ad
ospitare il corpo della celebre modella, pur con la consapevolezza che la
ricerca orientata nell’ex convento di Sant’Orsola [ma a fine 2012 non
risultavano ancora identificazioni certe del presunto scheletro] non placherà
l'inesauribile poesia sulla sepoltura di Monna Lisa, le cui spoglie d’ora in
poi saranno contese dalle due regioni, continuando ad alimentare una leggenda
che ha l’oscuro fascino del mistero. Intanto a Lagonegro il locale GAL La
Cittadella del Sapere ha avviato nella primavera 2012 il progetto di
realizzazione di un Museo Virtuale dedicato a Monna Lisa, segno evidente della
volontà di non voler rinunciare all’affascinante leggenda che lega
indirettamente il piccolo borgo lucano al genio di Leonardo.