A Maria Barbella Eroina e
simbolo Ferrandinese nel Mondo
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La Pubblicazione
L'Articolo pubblicato ricorda ai lettori l'anniversario della realizzazione del murale nella città di Ferrandina, causa di disaccordi e commenti vari sulla presunta, carnefice o vittima, accusa, condanna e assoluzione, storia che ha appassionato il mondo e che presto delizierà anche la cinematografia, diffondendo ulteriormente l'eroina che dal 1895 ha dato prova di un femminismo ancora sommerso ma già presente negli animi di chi, purtroppo, già viveva tragedie di questo tipo.
Questo l'Articolo
Più o meno
di un anno fa’ viene inaugurato a Ferrandina un grandioso murale a favore della
concittadina Maria Barbella, Donna eletta a simbolo del femminismo più remoto
al mondo già dal 1895 nella lontana Little Italy a New York, vivendo una storia
che ha dell’incredibile al solo leggerla, rischiando di inaugurare l’appena
inventata, e in attesa di essere sperimentata, “SEDIA ELETTRICA”. Non tutti
conoscono la reale storia tramandataci dalla scrittrice e pronipote della
coprotagonista, Idanna Pucci Di Brazzà, ma tutti danno il loro giudizio
all’opera realizzata, dividendo così gli schieramenti tra chi apprezza e chi
disprezza, ancora oggi dopo un anno dalla sua realizzazione. Chi apprezza generalmente
è l’informato, il profondo conoscitore dei più piccoli particolari della
vicenda che si intrinseca con vari argomenti di carattere giudiziale, sociale,
politico e umano, appassionato ricercatore di notizie non solo letterarie, ma
anche storiche del periodo in questione, attento osservatore, e valutatore di
ogni atteggiamento, anche se solo volgarmente e frettolosamente descritto in
atti ufficiali e testimonianze confuse. Chi disprezza invece è nella gran parte
non molto informato, deontologicamente impreparato e prevenuto nei confronti
della donna in genere, vista come la parte più debole dell’umanità, da
proteggere e tutelare, perché fisicamente inferiore, oltre a soggetti che
condannano a priori qualunque reato fine a se stesso, senza considerare ne’ le
attenuanti ne’ le condizioni ne’ gli atteggiamenti che ne provocano la
reazione, i così detti “superficiali” pronti a giudicare più che ponderare, a
condannare più che provare ad analizzare attentamente i fatti in modo un po’
più scrupoloso e attento, magari usando anche empatia per cercare di
comprendere le cose più da vicino e non in modo distante e disinteressato, come
ci narra la storia. La sopra citata scrittura, da parte della già citata
Autrice, è frutto di una raccolta di documentazione, testimonianze scritte,
atti giudiziari originali, tramandati da
discendenti della stessa, lunga un decennio, di un lavoro certosino nella
ricostruzione di ogni documento della propria origine, non solo storica, ma
anche biografica, oltre a visite alternate dei luoghi ormai evoluti e
rigenerati dalla sopravvenuta modernità metropolitana. Mi racconta l’Autrice
che, durante tutto il decennio trascorso tra vecchie scritture e vecchi
archivi, ogni nuova scoperta dava a lei la sensazione di conoscere sempre più
il carattere ed il temperamento della sua bisnonna protagonista, offrendole la
possibilità di confrontare modi di pensare e comportamenti riscontrabili e
paragonabili ai suoi, attraverso quelli dei vari discendenti, Nonna, Madre e
rispettivi consorti, in un’unica simbiosi di parentela unita e tramandata anche
nei pensieri, espressioni e atteggiamenti, regalandole emozioni di personaggi
sconosciuti fino a quel momento,
arricchendola di orgoglio e vanità come solo i vecchi Conti e Duca di
Brazzà sapevano ostentare. Le stesse emozioni l’Autrice trasferisce
nell’appassionante quanto interessante racconto sulla Ferrandinese Maria
Barbella, la quale cattura il cuore e l’anima dei personaggi che nel corso
della storia si avvicendano per le sue gesta di Donna a tratti indifesa a
tratti eroica, ma pur sempre dagli atteggiamenti e comportamenti da perfetta
Italiana, meridionale, analfabeta, introversa, dismessa e trasandata, non molto
curata nell’abbigliamento e nel portamento, praticamente una donna di campagna.
Con tutto ciò l’Autrice completa le ricerche, raccoglie le documentazioni e
dopo dieci anni, elabora la vicenda, la trasforma in un appassionante e
interessante racconto ed in fine lo pubblica e lo racconta al mondo intero,
riscuotendo tanto di quel successo da stimolare la curiosità e l’interesse di
una grande regista Italiana che la contatta e le propone di girare un film,
entusiasta la Scrittrice accetta cedendo la documentazione completa, che in
questo momento è allo studio della troup che dovrebbe effettuare la produzione
e le riprese in Inghilterra, con la speranza di eleggere la Ferrandinese ad
Eroina del primo atto di femminismo nel mondo datato 1895. In conclusione
vorrei solo aggiungere che per poter giudicare e prendere una posizione su
questa vicenda sarebbe preferibile leggere e approfondire la storia in modo
completo, per avere la possibilità di assumere la giusta posizione in una Città
quale Ferrandina, che ancora oggi si ritrova in perfetto contrasto, come nel
1895 la Città di New York si divise in accusatori e difensori della povera
Maria Barbella.
Maria Barbella |
Domenico Cataldo |
La condanna |
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