CASTELLO BERLINGIERI SAN BASILIO PISTICCI (MT)

Recentemente ho avuto la possibilità di visitare
approssimativamente questa imponente struttura difensiva Medioevale, e ne sono
rimasto abbagliato dalla suo stato attuale e della sua conformazione
monumentale storica, non ho avuto l’opportunità di visionarlo nei suoi
particolari, ma mi riprometto di farlo in seguito perché ormai incuriosito
dalla brillante storia antica che lo ricopre e lo rende affascinante ai miei
occhi ed alla mia incurabile sete di storie e leggende di vecchi manieri
presenti in provincia.
Intanto mi documento, e giusto per sedare un po' la mia sete
di sapere, mi immergo nella più profonda ricerca di notizie storiche a
riguardo, e scopro che la storia di questo vecchio “Maniero Medioevale” è
infinita, comincia dalla notte dei tempi, per concludersi ai giorni nostri, dove
lo vede attualmente come un elegante “Resort” sala ricevimenti, mostrando il
suo splendore alle nuove generazioni che continuano a renderlo vivo nonostante
la sua veneranda età.
Di seguito l’esito della mia ricerca:
Fu costruito come masseria fortificata intorno al VII secolo
dalla comunità monastica dei basiliani. Divenne poi feudo normanno assumendo
sempre più le caratteristiche di un castello con la costruzione del torrione
centrale. Dai feudatari normanni fu in seguito donato alla comunità benedettina
dell'abbazia di Santa Maria del Casale di Pisticci.
Nel XIV secolo passò di proprietà alla Certosa di Padula e,
nel 1830 al marchese Angelo Matteo Ferrante di Ruffano e suo figlio Matteo
Gennaro, attualmente è proprietà della famiglia Berlingieri e custodisce
attualmente un'importante collezione di opere e installazioni di arte
contemporanea.
L'imponente edificio si sviluppa intorno alla corte
centrale, su cui si affacciano gli edifici principali, ospitanti il refettorio,
la cucina, il dormitorio, l'archivio, la biblioteca, la chiesetta del XVIII
secolo e la sala capitolare.
Il complesso è dominato dalla grande torre quadrata del Re
Ruggiero, che la fece costruire, che risale alla prima metà dell'XI secolo e
dalla cui sommità lo sguardo spazia su un territorio immenso comprendente tutto
l'arco del golfo di Taranto, infatti il castello è costruito su una lieve
altura che permette di dominare il territorio circostante e tuttavia è immerso
nel verde in modo tale che non poteva essere ben localizzato immediatamente dai
nemici. La funzione principale della torre era infatti quella di controllare il
litorale coadiuvata dalle altre torri vicine per dare l'allarme in caso di
sbarco dei pirati saraceni. Sulla terrazza della torre è infatti ancora posta
la campana dell'allarme.
L'ingresso esterno era costituito da un ponte levatoio, oggi
sostituito da un ponte ad arco in muratura. Sul portale d'ingresso è presente
lo stemma araldico della famiglia Berlingeri di Crotone.
LA FAMIGLIA
BERLINGIERI
Arma: d’argento, a tre bande scaccate d’argento e di rosso,
accompagnate nel capo da un lambello del secondo a tre pendenti.
Titoli: nobili di Crotone, baroni, marchesi di Valle
Perrotta, duchi di Casalnuovo.
Dimore: Crotone, Napoli, Roma, Venezia, Brusuglio, San
Basilio, Salerni.
Patrona: Sant'Anastasia romana vergine e martire.
La famiglia Berlingieri è originaria delle Provenza, antica
provincia del sud-est della Francia, capostipite fu Berteraymo Berlingieri il
quale partecipò alla battaglia di Benevento nel 1266, per questo servizio re Carlo I d’Angiò gli
concesse la baronia di Torre Montanari, in terra di Calabria con Regie Lettere
Patenti del 1269.
Giovanni, nel 1410, fu nominato Giustiziere di Taverna.
Garetto, trasferì la famiglia a Crotone e fu ammesso nel
sedile nobile di San Diogini l'Areopagita.
Giulio Berlingieri († 1622), dottore in legge, fu famoso
giureconsulto in Napoli, fu professore del giureconsulto Francesco de' Petri
(1575 † 1647c.a)
Annibale (1666 † 1719), nobile di Crotone, figlio di Cesare
Ottavio e di Luccia Suriano dei marchesi di Apriglianello, ampliò l'antico
palazzo dei suoi avi acquistando delle case contigue, non solo, vi era una
piccola chiesa col rango di parrocchia intitolata a Santa Veneranda, solo uno
stretto vicolo la separava dal suo palazzo, fece in modo di esserne il patrono
e di creare un'apertura tale da poter assistere alle funzioni dall'interno del
palazzo; col pretesto di farsi carico
della ristrutturazione in quanto il
corpo di fabbrica era in condizioni precarie (d'altro canto la parrocchia
godeva di una rendita annuale misera), nel 1706 concluse l'accordo con il
parroco e successivamente con il Vescovo Marco de Rama.
Nicolò Orazio († 1719) figlio di Annibale e Rosa, nel 1703
acquistò il feudo rustico ma quaternato di Valle Perrotta, che pagava un'adoha
di ducati 15 alla Regia Curia, feudo sequestrato a Cristoforo Pallone a causa
dei suoi debiti il quale aveva sposato sua zia Vittoria, seguì il Regio Assenso
il 17-9-1703. Sposò Anna Suriano.
Francesco Cesare (1696 † 1749), nobile di Crotone, successe
nel feudo di Valle Perrotta come erede per la morte prematura di suo fratello,
il barone Nicolò Orazio, fu creato
Marchese per maschi primogeniti con privilegio del 4-1-1736, re Carlo di
Borbone il 19 gennaio 1740 concesse il privilegio del titolo marchionale sul
feudo di Valle Perrotta. Sposò Violante Suriano.
Carlo (1720 † 1781), nobile di Crotone, 2° marchese di Valle
Perrotta come erede di suo padre, marchese Francesco Cesare, sposò Rosa
Barricellis.
Anselmo, nobile di Crotone, 3° marchese di Valle Perrotta,
come erede per la morte di suo padre, marchese Carlo, sposò Gabriella Zurlo.
Cesare (1768 † 1844), nobile di Crotone, 4° marchese di
Valle Perrotta, come erede di suo padre, marchese Cesare, sposò la nobile Maria
Morelli figlia di Gaetano.
Anselmo (1792 † 1844), nobile di Crotone, 5° marchese di
Valle Perrotta come erede per la morte di suo padre, marchese Cesare, morì lo
stesso giorno.
Cesare Francesco Antonio (1825 † 1853), nobile di Crotone,
6° marchese di Valle Perrotta, come erede per la morte di suo padre, marchese
Anselmo, sposò sua cugina Chiara Berlingieri di Pietro.
Cesare (1854, postumo † 1900), nobile di Crotone, 7°
marchese di Valle Perrotta, come erede per la morte di suo padre, marchese
Cesare Francesco Antonio, morì improle. Suo zio fu Francesco il quale ebbe
discendenza, non chiese l'iscrizione nell'Elenco Ufficiale della Nobiltà
Italiana.
I BERLINGIERI A
BISIGNANO
Pompilio Berlingieri, fratello dei citati Annibale e del
Vescovo Carlo, fu Vescovo di Bisignano dal
1706 al 1721, anno del suo decesso; in Bisignano fece costruire un
palazzo per accogliervi i membri della famiglia facenti parte del suo seguito,
tra di essi Tommaso che sposò Isabella Auletta ed ebbero per figlio Saverio
(1727 † 1802), si laureò in medicina a Napoli nel 1751, sposato ad Innocenza
del Latte di Corigliano ed ebbero per figlio Domenico (1771 † 1842), dottore in
fisica, sposato a Raffaella Sprovieri di Acri ebbero per figli: Federico,
laureato in medicina a Napoli, fu sacerdote; e Vincenzo (1809 † 1865), laureato
in legge nel 1827, si addottorò in U.J. nel 1830 presso l'Università di Napoli,
ricoprì la carica di Giudice Regio nel 1848, nello stesso anno fece parte del
Comitato di Salute pubblica di Bisignano, sposò Teresa Bernaudo di Montalto
Uffugo ed ebbero per figli Marianna, Luisa e Domenico (1844 † 1903), avvocato,
sposato a Teresa Napoli hanno avuto per figli: Anna, Maria, Raffaele (1882 †
1957), Vincenzo (1881 † 1932) ed il primogenito Federico (1880).
Nicola Berlingieri (Crotone 1774 † Nicastro 1854) figlio di
Anselmo, 3° marchese di Valle Perrotta e della nobildonna Gabriella Zurlo,
fratello di Cesare, 4° marchese di Valle Perrotta; consacrato Vescovo di
Nicastro nel 1825, ministero che ivi esercitò sino alla sua morte.
Il marchese Francesco Lucifero nel 1840 trasferiva al
Vescovo Nicola Berlingieri una tomolata di terreno del promontorio Lacinio
(Capo Colonna), vicino alla colonna e ai ruderi del tempio.
Successivamente, fu costruito, dal barone Luigi Berlingieri,
un casino di villeggiatura; il barone sosteneva che i ruderi fossero di sua
proprietà, alla fine di un contenzioso con lo Stato si stabilì che
appartenevano al demanio pubblico. La chiesa Santuario risalente al
Cinquecento, costruita vicino alla torre, era in condizioni precarie, nel 1882
Gabriella Berlingieri, fece realizzare l'Altare marmoreo; risale al 1897 la sua
completa ristrutturazione ed ampliamento per volontà di Anselmo Berlingieri.
Enzo Scasciamacchia
Cronache Ferrandinesi
Rubrica Giornalistica di Notizie ed Eventi
“LA CITTADELLA” Org. di
Promozione Turistica
Nessun commento:
Posta un commento