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I Sassi di Matera

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venerdì 24 maggio 2019

Ennesimo articolo pubblicato su Le Cronache Lucane



Oggi in edicola...


L'Articolo


La Pagina


Domenico Ridola
archeologo, medico, politico
(Ferrandina, 19 ottobre 1841 – Matera, 11 giugno 1932)
è stato un medico, politico e archeologo italiano.


Biografia: Figlio di Gregorio e della nobile Camilla de Gemmis di Terlizzi, si laureò in Medicina all'Università di Napoli nel 1865 quindi continuò i suoi studi in Italia ed all'estero per alcuni anni prima di rientrare a Matera dove aprì uno studio medico. Operò nella professione con grande competenza, e si distinse per aver effettuato delle ricerche su una malattia della bocca, detta malattia di Ridola.
Fu sindaco di Matera per pochi mesi e consigliere provinciale per parecchi anni. Fu deputato per il collegio di Matera dopo la prematura morte dell'on. Michele Torraca nel 1906. Nel 1909 venne rieletto sconfiggendo Nicola De Ruggieri. Nel 1913, a 72 anni, non si ripresentò alla Camera ma il 16 ottobre 1913 fu nominato senatore.
Grande appassionato di archeologia, sin dal 1872 cominciò ad effettuare numerose campagne di scavo in tutto il territorio materano e delle Murge, e tra le sue scoperte grande importanza ebbero:
materiale preistorico risalente al Paleolitico in tutta l'area materana, in particolare nella grotta dei pipistrelli; numerosi villaggi trincerati di epoca neolitica; la sua intuizione lo portò a scoprire le prime trincee osservando il colore più scuro dell'erba nei fossati circolari rispetto all'erba circostante che, nel mese di giugno, era più secca;
un'importante necropoli ed una ricchissima stipe votiva a Timmari;
il sito neolitico di Serra d'Alto, celebre per le sue ceramiche; tombe a grotticella ed a tumulo delle Età dei metalli. Tutto il materiale raccolto in anni di ricerche fu da lui donato allo Stato nel 1911, e da allora è custodito nel museo archeologico nazionale di Matera a lui dedicato. Fu membro dell'Istituto Archeologico Germanico, dell'Accademia Francese di Archeologia, dell'Accademia Pontaniana e della Società Magna Grecia. Per i suoi alti meriti venne nominato anche ispettore degli scavi e monumenti di antichità per Matera.
« ...Consentitemi soltanto che io possa giustificarmi di una colpa che taluni vogliono attribuirmi. Essi dicono: costui non ha diritto di parlare, perché non figlio ubbidiente della Scuola, non è un archeologo di buona lega, non è diplomato. Confesso non essere un archeologo di professione ed ufficialmente riconosciuto tale, perché non ho tanto di diploma. Dite, se vi piace, che io sia un allucinato che si consola di poter affermare che non fu solo effetto del caso o della cieca fortuna, se potei dimostrare che nel Materano fu largamente rappresentata l'epoca della pietra scheggiata e, più largamente ancora, quella della pietra levigata; se riuscii a scoprire la necropoli ad incinerazione a Timmari e là stesso, più tardi ancora, un'assai ricca stirpe votiva; se seppi interpretare l'uso delle trincee e con queste scopersi le capanne di Sette Ponti e di Serra d'Alto; se infine riuscii a fondare a Matera un vasto Museo, tutto di roba locale e che, per questo, fu giudicato unico nel suo genere e se il misero trovatello nutrito e vestito della mia carità ebbe l'onore di essere adottato dal Governo Nazionale... » (Dall'intervento di Domenico Ridola alla Società Romana di Archeologia, 3 marzo 1924).
Onorificenze: Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia; Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Bibliografia: Il centenario del Museo Ridola di Matera 1911-2011 a cura di Giorgio Mellucci, Napoli: Archeologiattiva
Michele Strazza, Lucani in Parlamento. Repertorio di deputati e senatori lucani (1861-1961), Venosa (PZ), EdiMaior, 2010.
Opere: Un'efficace metodo di cura in talune forme gravi d'isterismo (1889). Caso di sanguisuga in trachea, (1894). Avanzi di stazione preistorica e necropoli ad incinerazione scoperta a Monte Timmari
presso Matera, (1900). La paletnologia nel Materano, (1901).
Quagliati Quintino - Necropoli arcaica ad incinerazione presso
Timmari nel materano, (1906). Le origini di Matera, (1906).
Per la Lucania Antica (Discorso inaugurale della nuova sede del Museo Provinciale di Potenza), 6 settembre 1907. Brevi note sulla stazione preistorica della Grotta dei Pipistrelli e della vicina grotta Funeraria, (1912). Villaggi trincerati preistorici nel Materano, (1924). Le grandi trincee preistoriche di Matera : la ceramica e la civiltà di quel tempo, (1926).



lunedì 20 maggio 2019

E dopo un anno... ancora un mio articolo sul quotidiano Le Cronache Lucane



Comincia la serie di Personaggi Illustri Ferrandinesi




Nicola Lanzillotti Buonsanti: veterinario
(Ferrandina, 1846 – Bergamo, 1924)


Nacque a Ferrandina, presso Matera, il 16 ott. 1846 da Domenico Lanzillotti e Maria Angiola Buonsanti, in una famiglia di modeste condizioni. Dotato di ingegno vivace e naturalmente portato agli studi, rimasto presto orfano di padre, poté progredire nell'istruzione grazie al lavoro incessante svolto dalla madre. Ottenuto per concorso un posto di frequentazione gratuita alla R. Scuola veterinaria di Napoli, alla quale era all'epoca annesso un convitto, si distinse fra i migliori allievi. Conseguita la laurea in zooiatria nel luglio 1869 (meritando per distinzione il premio Gasparrini), ottenne immediatamente dopo la nomina a viceassistente: G. Paladino, infatti, lo ammise nel laboratorio di fisiologia della Scuola napoletana, indirizzandolo a perfezionarsi nelle tecniche di indagine istologica propedeutiche a piani di rigorose ricerche sperimentali. Ben presto noto negli ambienti specialistici nazionali, nel 1870 P. Panceri lo propose come assistente alla cattedra di zoologia e anatomia comparata dell'Università di Roma. Nelle more dei perfezionamenti burocratici della nomina, nel gennaio 1871 ottenne il posto di assistente presso la cattedra di patologia e clinica chirurgica della R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano.
Era l'inizio della sua carriera, che si svolse rapidamente e con straordinario successo presso la Scuola milanese: ottenuto nel 1873 in seguito a concorso per titoli ed esami la qualifica di professore ordinario di patologia chirurgica, medicina operatoria e clinica chirurgica (significativa fu la sua prolusione all'inizio del corso: La medicina sperimentale e le scienze veterinarie, in Apertura dell'anno scolastico 1873-74 della R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, Milano 1873, pp. 15-51), nel 1879, succedendo a L. Corvini, assunse la direzione della Scuola superiore, dapprima come incarico, poi dal 24 febbr. 1880 effettiva. Si dedicò allora interamente al potenziamento dell'istituzione, annessa al Consorzio degli istituti superiori di Milano già dal 1875 grazie al suo lungimirante contributo, adeguandola al progresso scientifico e tecnologico dell'epoca e rendendola idonea alla formazione di moderni e preparati veterinari: in particolare ne curò assiduamente le strutture didattiche, i piani di studio e il reclutamento dei docenti (nel 1910 affidò l'insegnamento della patologia generale e dell'anatomia patologica a G. Guerrini), auspicandone la trasformazione in facoltà universitaria, e formulò originali proposte per potenziarne l'attività. Significative a questo riguardo furono alcune sue pubblicazioni: Sulla istituzione di una clinica ambulante per gli animali bovini e suini nella R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano. Esposizione e proposta, ibid. 1876; La questione della medicina veterinaria in Italia: discorso inaugurale… per l'anno scolastico 1877-78, in Arch. di medicina veterinaria, II (1877) R. Scuola superiore di medicina veterinaria, in Gli istituti scientifici, letterari e artistici di Milano. Memorie pubbl. per cura della Società storica lombarda in occasione del secondo Congresso storico italiano… 1880, Milano 1880 La R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano. Storia e ordinamento, programmi degl'insegnamenti, istituti scientifici (pubbl. speciale fatta in occasione dell'Esposizione generale italiana in Torino, 1884), Sull'annessione delle scuole universitarie alle università secondo il disegno ministeriale: relazione al primo Congresso nazionale universitario, Sull'organizzazione della Scuola di medicina veterinaria, in Atti del XII Congresso della Associazione medica italiana… 1887, Pavia 1888. Organizzò la celebrazione del primo centenario della fondazione della Scuola, della quale delineò anche la storia documentata servendosi del materiale reperito nell'Archivio di Stato di Milano (La cerimonia e le feste del primo centenario della R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, Milano 1891; La R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano nel suo primo centennio (1791-1891): storia documentata, pubblicata nell'occasione delle feste pel centennio nel settembre 1891, La R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano dopo il suo primo centennio (1892-1900), Appendice I, ibid. 1900). Nel 1890-91 fu anche incaricato dell'insegnamento della giurisprudenza veterinaria. Fu autore di numerosi lavori interessanti vari aspetti della zooiatria, fra i quali si segnalano: La cura dell'afta col metodo Baccelli in Portogallo (in La Clinica veterinaria, XXV [1902]. A proposito della relazione della Commissione reale prussiana per lo studio sulla cura dell'afta col metodo Baccelli ( L'esperimento della cura dell'afta col metodo Baccelli a Mortara (Mortara-Vigevano 1903, Suppl. a La Veglia, n. 42, 25 ag. 1903); la dotta e interessante perizia in un processo svoltosi al tribunale di Vigevano (Il processo della morva a Vigevano, in La Clinica veterinaria, XXXIII [1910], alcuni importanti studi di igiene e polizia sanitaria (Della salubrità e dell'ispezione sanitaria delle carni da macello, in Giorn. della Società italiana d'igiene, III [1881]. Sullo stato attuale della questione della tubercolina e le moderne esigenze del controllo nella vendita del latte, in La Clinica veterinaria, XXIV [1901]. Le norme igieniche per la vendita del latte nei rapporti colla profilassi della tubercolosi, ibid., XXX [1907], in collab. con A. Menozzi). Pubblicò inoltre: Manuale di ostetricia veterinaria ad uso dei veterinarii e degli studenti, Milano 1871; Diz. dei termini antichi e moderni delle scienze mediche e veterinarie comprendenti l'etimologia greca e latina, la traduzione francese, spagnuola, inglese e tedesca, la sinonimia scientifica e volgare, 1875, in collab. con G. Pini et al.; Trattato di tecnica e terapeutica chirurgica generale e speciale degli animali domestici ad uso degli studenti e dei veterinari pratici, opera di notevole spessore rimasta purtroppo incompiuta; Manuale del veterinario pratico. Repertorio tascabile pei bisogni dell'esercizio quotidiano, in collab. col fratello Alessandro. Del L. debbono ancora essere ricordate la trattazione Krankheiten der Gelenke inclusive Spat und Schale, in Handbuch der thierärzlichen Chirurgie und Geburtshilfe, IV, Wien-Leipzig 1900, nonché le traduzioni, aggiornate e ampliate, del Trattato di anatomia dell'uomo come fondamento della fisiologia e delle applicazioni pratiche di J. Hyrtl, in collab. con F. Occhini (Milano 1872), del Trattato delle malattie veneree e sifilitichedi H.E. Zeissl (ibid. 1877), del Trattatodelle malattie interne ed esterne degli animali domesticidi G.C. Haubner, in collab. con G. Generali - P. Oreste. Nel 1878 fondò il periodico La Clinica veterinaria, di cui fu direttore fino al 1921.
Ricoprì importanti cariche: membro del Consiglio superiore di sanità, del Consiglio sanitario provinciale di Milano, del Consiglio zootecnico e delle epizoozie, del Comitato esecutivo per la fondazione dell'Istituto sieroterapico milanese, fu presidente della R. Società italiana di igiene e dell'Associazione nazionale veterinaria italiana. Dottore honoris causa presso la Scuola superiore di veterinaria di Vienna, insignito del titolo di professore emerito, fu più volte incaricato di importanti missioni all'estero per conto dei ministeri della Pubblica Istruzione, dell'Agricoltura e dell'Interno. Fu membro di diverse Accademie e Società scientifiche, italiane e straniere. Il 28 genn. 1906, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua nomina a direttore della scuola, fu insignito dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e venne decorato con la medaglia d'oro al merito agrario; venne anche aperta una sottoscrizione per la realizzazione di una fondazione intitolata al suo nome.
Ritiratosi a Bergamo, vi morì il 28 apr. 1924.


Nicola Buonsanti Lanzillotti

sabato 11 maggio 2019

Qui finisce la saga dei Persio...



Giulio e Domizio Persio

Il dettaglio

La Pagina


GIULIO E DOMIZIO 
GLI ULTIMIGENITI DELLA FAMIGLIA PERSIO


Gli ultimi componenti della famiglia Persio, in ordine anagrafico, sono Giulio e Domizio anch’essi artisti affermati. Giulio Scultore, prosegue l’arte paterna (Altobello), Domizio invece intraprende l’arte della pittura, le elencate opere sono tutte presenti nella Cattedrale di Matera, insieme a quelle del loro padre.
La Cappella dell’Annunziata, o della Nunziatella, è del secolo XVI, ed attribuita a Giulio, è un vero gioiello creato negli anni Ottanta del Cinquecento. Ha la volta a cassettoni in pietra dura con al centro l'altorilievo l'Eterno Padre benedicente. L'altare in pietra fu sostituto nel 1750 e quest'ultimo ornato della scultura lapidea raffigurante l'Annunciazione fra i Ss. Rocco e Caterina d'Alessandria, al di sopra vi è una Pietà non rifinita. Le due pareti laterali hanno sedili in pietra in corrispondenza delle nicchie terminanti a forma di conchiglia e un tempo decorate.
La tela raffigurante la Madonna col Bambino ra i Ss. Ilario e Giovanni da Matera del 1592 è attribuita a Domizio. La tela di questo pittore, nato a Matera e figlio del famoso scultore Altobello Persio, è collocata a ridosso della Porta di Abramo. Fu dipinta per essere destinata alla chiesa della “Palomba”, antico e caratteristico rione alla periferia della città. Il suo valore didattico è interessante, va notato, infatti, la contemporanea presenza dei due santi, entrambi importanti ma a diverso livello, il primo, sant’Ilario, era noto al clero, il secondo, S. Giovanni, noto al popolo materano. Ilario, nato nel V secolo a Poitiers, in Francia, era portato a campione come difensore dell’ortodossia cattolica, cioè di quella dottrina del Concilio di Nicea (325), dove era stato fissato il principio enunciato con le parole “Credo in Gesù Cristo, figlio unigenito di Dio, nato dal padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”; Giovanni era colui che aveva ricevuto da san Pietro, in una visione, l’invito a “restaurare” la Chiesa ed egli aveva fondato allora la Congregazione dei Benedettini di Pulsano. L’accostamento dei due santi si comprende se si tiene presente la data in cui la tela è stata dipinta (1592) e cioè un periodo in cui i vescovi cercano di far praticare nella regione le idee del Concilio di Trento (1545-1563).





                    





                                                         








mercoledì 8 maggio 2019

Storie di amori finiti in tragedia...














Leggende di Castelli e Fortezze della Provincia di Matera




Ferrandina
Aliano

Cirigliano

Colobraro

Stigliano

Ferrandina

Stigliano

Garaguso

Matera/Taranto

Grottole

Irsina

Pomarico


Pomarico

Tricarico

Ferrandina

Montalbano Jonico

Rotondella

Stigliano

Ferrandina - Pisticci

Metaponto

Tursi