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I Sassi di Matera

I Sassi di Matera
I Sassi di Matera (Clicca per conoscere la sua storia)

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venerdì 21 luglio 2023

 

ONORA IL PADRE E LA MADRE

Un efferato omicidio del 1° Maggio 1959 a Ferrandina

In quel periodo Ferrandina si preparava al boom economico della Valbasento, grandi cattedrali nel deserto che avrebbero risollevato l’economia ed il benessere della Lucania tutta, la gente si preparava a lasciare la terra per il sogno del lavoro in fabbrica, lo stipendio fisso tanto biasimato e tanto ricercato da lavoratori ormai rassegnati al peggio.

Nonostante l’analfabetismo e l’inesperienza che all’epoca la faceva da padrona, tutti sognavano un reddito certo e fisso, nonostante la loro inesperienza e ingenuità.

La Lucania all’epoca era una terra in prevalenza basata sull’agricoltura, la cui massima aspirazione era quella di possedere un pezzo di terreno e coltivarlo sia per vivere che per creare un reddito familiare, da qui parte questa incredibile vicenda, vissuta in un’epoca di analfabetismo, che sfocia in un efferato omicidio dai toni orrendi e crudeli, roba da far accapponare la pelle.

Era il lontano 1959, e precisamente il 1° maggio, le vittime due tranquilli e innocui genitori, che tra stenti e tanti sacrifici erano riusciti a crescere 3 figli maschi, inconsapevoli della loro terrificante intenzione maturata in età adulta.

3 figli che istigati dalle proprie mogli, dopo intrighi matrimoniali e tradimenti vari, maturano la volontà di commettere un terribile omicidio genitoriale al limite della più efferata carneficina, da veri macellai dell’orrore, che ancora oggi fa ribrezzo a chi ne viene a conoscenza.

Di seguito trovate un video di indagine giornalistica a cura della Gazzetta del Mezzogiorno, Repubblica e  Cinegiornale LUCE, curata e ricostruita da giornalisti e testimoni che hanno vissuto la vicenda da vicino, con foto e pubblicazioni dell’epoca.  

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Il Video



sabato 20 maggio 2023

 

IL PATRIARCA DI FERRANDINA

Il “PATRIARCA” di Ferrandina si trova in località “Le Fergole” all’interno di un uliveto millenario, ed appartiene ad una speciale varietà detta “Majatica”, dalla quale si produce un olio eccellente, il tipo di drupa che fruttifica, può essere anche essiccata in forno e consumata in mille modi diversi.

Il Patriarca, è una pianta di circa duemila anni, otto metri di circonferenza, grande come una casa, tanto da essere stata usata come nascondiglio dai “BRIGANTI” nel periodo del brigantaggio Lucano, noto il brigante Ferrandinese Vincenzo Mastronardi detto “STACCONE” per la sua elevata statura, nato a Ferrandina nel 1834 perito nel 1861, barbiere di professione, evase dal carcere di Potenza dove era detenuto per reati comuni e nell'agosto del 1860, si unì ai garibaldini per partecipare ai moti unitari, nella speranza di perdono per i reati commessi in precedenza, come stabilito da Camillo Boldoni, membro del comitato insurrezionale lucano. Non avendo ricevuto la grazia, diventò uomo fidato di Carmine Crocco, sotto il nome di Amato o D'Amato, partecipando alle spedizioni del capobrigante rionerese. Per i "meriti" conseguiti (15 furti e 4 assassini), gli fu conferito il grado di Colonnello. All'apice delle scorribande brigantesche, mentre entrava a Rapolla pronunciò la seguente frase: «Si dice che Francesco II è un ladro. Or bene: io ladro di professione, vengo a restaurare un ladro sul trono».

Arrestato a Boiano, provincia di Campobasso, nell'estate del 1861, fu condotto a Picerno con altri tre briganti (Francesco Pugliese, Nicola Cilenti e Luigi Romaniello) e poi condotto nel carcere di Potenza. Tra il 6 e il 7 dicembre dello stesso anno, durante una notte scossa da neve e vento, Luigi Palese, capo custode delle carceri, entrò nella cella in cui erano rinchiusi i briganti e, svegliandoli, ordinò di prepararsi per essere tradotti a Salerno, Mastronardi sospettava la sua morte ed esclamò: «ho capito ora ce la fanno», sebbene il carceriere li invitò a calmarsi.

Nella medesima notte, i briganti vennero fucilati. Non si sa con certezza la dinamica della morte, si ritiene che, durante il tragitto, i prigionieri furono uccisi a colpi di baionetta in un tentativo di fuga ma sorse anche il dubbio che i detenuti vennero freddati senza aver commesso nulla di eversivo, poiché, non essendo fuggito poco dopo l'arresto quando era sciolto e con poca scorta, risulta piuttosto strano che Mastronardi abbia tentato di scappare durante il serrato trasferimento a Salerno. La verità non si seppe mai. I cadaveri vennero esposti, il giorno seguente, presso la "Piazza Sedile" di Potenza: giacevano su un carro ricoperto di neve.

Tornando al Patriarca, una particolare pianta che genera olive molto particolari quanto uniche nel loro genere, presente in pochissime zone del mondo, che genera un esclusivo e gustosissimo olio, già riconosciuto nel mondo e già pluripremiato per il suo pregiatissimo sapore e limpidezza, definito da grandi intenditori come “un olio riservato alle grandi occasioni”.

Una pianta resasi particolare anche per la sua forma, intrecciata ed incavata a tal punto da sembrare (con un po' di fantasia) ad una piccola casa con vani ed accessori, sorprendente la sua maestosità, se potesse parlare, sicuramente ci racconterebbe delle tante generazioni passate, e ci insegnerebbe sicuramente a vivere adeguatamente, nel rispetto soprattutto della natura, nella sua totalità.

Un vero patrimonio storico insomma, testimone di tante culture e civiltà, non a caso nato e vissuto in un territorio dalle antichissime origini, quelle della città Aragonese, crescendo e radicandosi probabilmente sino al centro della terra, vista la su veneranda età, un tesoro millenario da tutelare e tramandare ancora per altri millenni, come tutte le generazioni precedenti hanno già fatto per noi… e come noi tramanderemo ai nostri figli e nipoti.

Enzo Scasciamacchia

Coll.re Giornalistico Freelance/Scrittore

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Foto di Michele Loponte