Stiamo perdendo il più importante dei simboli della Cultura Ferrandinese...
Ferrandina deve
ricominciare a credere nelle proprie origini
Non è possibile… bisognerebbe fare
qualcosa a Ferrandina, perdere le proprie origini, trascurare le proprie
testimonianze di una storia Antica e Culturalmente remota, non può e non deve
essere possibile, in un paese come questo, in una Nazione come questa, ricca di
origini che hanno determinato la nostra vita quotidiana, che hanno determinato
il corso di una Storia Mondiale, che hanno dato origini a culture, abitudini e
modi di vivere ai popoli di tutto il mondo.
Questo è il caso di Ferrandina,
fondata nel lontano anno 1000 A.C. con il nome di Troilia, che insieme al suo
Castello/Fortezza, Obelanum (Obelanon, Ogiano, Obelano, Uggiano), in epoca
bizantina, gestita da Longobardi e Normanni dopo la caduta del Dominio Greco, il
nome Ferrandina si deve a Federico d'Aragona che nel 1494 la battezzò così in
onore di suo padre, re Ferrante (o Ferrantino).
Nel 1507 Ferdinando il Cattolico le
attribuì il titolo di "civitas".
Lo stemma comunale reca sei F: il
significato è:
Fridericus Ferranti Filius
Ferrandinam Fabbricare Fecit.
Alcune fonti riferiscono che il 15 e
30 dicembre del 1456 due forti scosse di terremoto distruggono Uggiano. Una
popolazione di più di duemila abitanti (404 fuochi) non può essere alloggiata
nel castrum o sulle pendici inospitali della collinetta, ma, almeno in parte, sull’area
della Ferrandina greca e romana. Con ciò viene meno la centenaria storia della
distruzione di Uggiano per il forte terremoto, del trasferimento della popolazione
(fecimo mettere quelli cittadini in altro loco due miglia da longe e più...),
della fondazione di Ferrandina e di quella di Federico d’Aragona che nel 1494
costruisce la città dalle fondamenta... e la chiama Ferrandina. Un prezioso
documento riferisce che “Uggiano aveva una fortissima rocca. Il predetto re
Federico..., sotto il pretesto del terremoto, come quello per evitare i mali
che temeva, pensò che la detta rocca fosse demolita...”. Inoltre, se si ammette
la scarsa robustezza dei materiali impiegati nella costruzione dei castelli,
riesce chiaro come anche il venir meno di una costante manutenzione possa
essere sufficiente a deteriorarne l’efficienza difensiva, anche senza
l’intervento di un terremoto o di una volontà distruttiva. L’abbandono di Uggiano
a seguito di un sisma, per costruire Ferrandina, è una circostanza da ritenersi
scarsamente probabile come anche una guerra o una regia volontà distruttiva da
sole non sono mai sufficienti a provocare la scomparsa definitiva di un
qualsiasi insediamento umano. Uggiano, posto sul colle di fronte a Ferrandina,
testimonia per la sua posizione l’importanza strategica del luogo. Un primo
riferimento cronologico certo è l’845, quando il territorio di Oblano (questa è
la denominazione che più ricorre nei documenti) viene a far parte del
Principato di Salerno, la presenza di un castello costruito su quest’altura, in
un punto strategico di cerniera fra due valli, è certamente finalizzata ad
affermare, con il proprio presidio militare dalla parte di Craco e della
Salandrella, la supremazia militare ed amministrativa. Viene costruito, secondo
alcune fonti, senz’altro prima dell’ XI secolo: nel 1068 Roberto il Guiscardo
assale il caposaldo dell’Impero bizantino (cum paucis abiit Obbianum..), non
essendo riuscito a prendere Irsina. Nel Catalogo dei Baroni mentre si fa
menzione delle condizioni economiche e demografiche della Basilicata normanna,
si cita un Rogerius de Ogiano. Si trovano ulteriori riferimenti al sito
soltanto nel 1269 e nel 1275, quando Uggiano passa a Pietro de Beaumont e a
Giovanni di Monteforte. Nel periodo normanno il luogo fortificato, i cui
ambienti vengono riservati (in armonia con le ipotesi della Fasoli) soltanto al
signore, castellanus, al suo seguito e all’apparato difensivo, viene sottoposto
ad un intervento di rafforzamento e di completamento.
Ed in base proprio a tanta Storia e
tanta Cultura, che si presenta il momento di interrompere tanto disinteresse e
tanta incuria, oggi la Fortezza di “Uggiano” si presenta in ruderi,
diroccamenti continui e crolli, non è più possibile assistere a tanto scempio,
le origini locali rischiano di scomparire e di rimanere solo un ricordo scritto
ed archiviato in biblioteche impolverate, dimenticate da tutti, l’interesse
pubblico dovrebbe tutelare queste testimonianze indispensabili per le
generazioni future, l’incuria e il disinteresse, non fanno altro che cancellare
quanto di più concreto e tangibile ci possa essere nella storia delle origini
locali, molti storici, studiosi ed appassionati, decantano e denunciano in
continuazione, tramite social, documentazioni visive e fotografiche, il degrado
giornaliero e imperterrito dell’antico Maniero, lo stesso Re Federico e la sua
consorte, Isabella del Balzo, si stanno sicuramente rigirando nelle rispettive
tombe, al solo immaginare che tra non molto, rimarranno solo un cumulo di
pietre e di terriccio, della loro tanto amata dimora.
Non si riesce a capire quale possa
essere la reale motivazione di tanto disinteresse, ma sicuramente si comprende,
abbastanza chiaramente, che non a tutti interessa la tutela della storia delle
proprie origini, questo è solo segno di incompetenza e ignoranza da parte di
chi dovrebbe tutelare il proprio patrimonio artistico, monumentale, storico e
millenario della propria Comunità, soprattutto quando si vanta un vasto tesoro
Storico/Culturale cittadino, in attesa di essere riconosciuto dal turismo e
dall’opinione pubblica locale, regionale e Nazionale, perché sappiatelo che
tutto parte dalla passione, dell’ interesse e dalla volontà, di persone
intenzionate ed attente alla valorizzazione di tanta ricchezza. Restiamo
fiduciosi.
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